Ore 10:23, parte la sfida 2011 del “suicidio omeopatico” in più di 10 paesi (Regno Unito, Australia, Olanda, Germania, Svezia, Argentina, Francia, Finlandia, Filippine, Austria, Belgio, Portogallo, Ungheria, Spagna, Messico, Sud Africa, Brasile, Svizzera, Cile, USA, Canada, Israele, Romania, Polonia, Nuova Zelanda, Norvegia, Repubblica Ceca e Antartide) e 23 città.
Questa singolare forma di protesta mira a informare la gente su cosa ci sia davvero nei medicinali omeopatici e la risposta è data dal motto della sfida: “Homeopathy: there’s nothing in it”, ovvero: “Omeopatia, non c’è niente dentro”.
Generalmente si crede che i rimedi omeopatici siano rimedi naturali, magari fatti con erbe curative. In realtà l’omeopatia si basa su diluizioni così spinte da far sì che alla fine non ci sia più niente nel medicinale, a parte “acqua fresca”.
L’omeopatia nasce intorno agli inizi del 1800 grazie a Samuel Hahnemann, il quale credeva al principio similia similibus curantur, ovvero il simile cura il simile. Hahnemann sosteva, in pratica, che per curare una malattia o un malessere si dovesse assumere in bassissime dosi una sostanza che, generalmente, provoca nell’organismo gli stessi sintomi che si vogliono eliminare. Come dire che per curare l’insonnia bisogna assumere, con le corrette diluizioni, caffeina. Le diluizioni di Hahnemann, però, sono tali da non permettere a una qualsiasi sostanza di conservare una certa efficacia.
Nella pratica omeopatica si è infatti soliti usare diluizioni centesimali generalmente indicate con la sigla CH. Un grammo di sostanza sciolto in 100 ml di acqua rappresenta la prima diluizione centesimale ovvero 1CH; un centesimo di grammo sempre in 100 ml costituisce la 2CH e così via. E’ possibile dimostrare con un calcolo relativamente semplice che alla trentesima diluizione centesimale la concentrazione del farmaco è pari a quella che si otterrebbe sciogliendone 1 grammo in un volume di liquido pari a circa 714 milioni di miliardi di volte il volume del Sole.
Si tenga inoltre presente che per alcune specie chimiche, come il mercurio, si utilizzano soluzioni che arrivano alla 100 CH o addirittura alla 200 CH. In altre parole è possibile affermare che nei rimedi omeopatici, una volta effettuate le diluizioni, non esiste più alcuna molecola del farmaco in questione ed essi sono letteralmente indistinguibili dall’acqua pura.
Come dice giustamente James Randi, utilizzare un farmaco omeopatico per il mal di testa equivale a “buttare due aspirine dentro il lago Tahoe, mescolare bene con un bastone, aspettare una paio d’anni perché si dissolva bene e poi prendere un sorsino di quell’acqua”.
Detto così l’omeopatia appare in tutta la sua assurdità, eppure tutt’oggi, 200 anni dopo esser stata inventata, continua ad esser largamente utilizzata e i prodotti omeopatici sono venduti addirittura in farmacia. Questo perché, come potranno testimoniare coloro che li usano, effettivamente funzionano. E la scienza ci insegna che bisogna accettare qualsiasi fenomeno, anche se non riusciamo a spiegare come funziona o ci sembra assurdo, purché sia accertato. Questo è del tutto giusto, e i vostri amici non mentono quando vi dicono che il mal di testa gli passa davvero prendendo un medicinale omeopatico. Il problema è che non considerano l’effetto placebo.
Ad oggi, non esistono ancora sperimentazioni rigorose che consentano di affermare che l’omeopatia abbia una qualche efficacia non spiegabile con l’effetto placebo.
Perché allora dir di no all’omeopatia? Vi rimando al sito ufficiale dell’evento (in inglese), dove è spiegato chiaramente: Why You Can’t Trust Homeopathy.
In Italia, dopo lunghe discussioni in cui sono stati analizzati i pro e i contro di una iniziativa come quella del “suicidio omeopatico”, si è deciso di non aderire a tale evento mediatico: non siamo per i gesti estremi, il nostro obiettivo principale è quello di informare, perciò coglieremo l’occasione per un approfondimento sul tema con articoli che verranno pubblicati lunedì 7 febbraio sulla nostra rivista online Query e su OggiScienza. Qui e qui i rispettivi annunci.
Fonti e approfondimenti:
- 10: 23 (Sito ufficiale dell’evento)
- Omeopatia (voce dell’Enciclopedia del CICAP)
- James Randi’s fiery takedown of psychic fraud (James Randi a TED sull’omeopatia: è possibile vedere il video con i sottotitoli in italiano)
- Effetto placebo (voce dell’Enciclopedia del CICAP)
- Speciale Omeopatia sul sito del CICAP
- Post sull’omeopatia dal blog Medbunker
- Video: Ben Goldacre: The placebo effect (sub ITA)
- La sfida da un milione di dollari di James Randi
- Little Sugar Pills: Why Fall For Homeopathy? (video in inglese)
Dallo speciale su QueryOnline & Oggiscienza:
1. Che cos’è l’omeopatia, su quali principi si fonda e quali sono le principali critiche che la comunità scientifica le rivolge. Un po’ di storia per capire di che cosa stiamo parlando.
2. Per rispondere alla domanda principale (l’omeopatia funziona?) dobbiamo capire che cos’è e come si progetta un trial clinico. Quali sono gli strumenti che utilizzano i ricercatori per mettere alla prova i farmaci e quali sono i principali problemi a cui vanno incontro.
3. Come si è arrivati storicamente al concetto di sperimentazione clinica. Un altro po’ di storia.
4. L’omeopatia funziona? Vediamo assieme i risultati di vent’anni di studi sui rimedi omeopatici.
5. Un caso esemplare: il rapporto Donner, uno studio faranoico voluto dai nazisti per dimostrare l’efficacia dell’omeopatia. Che cosa ci ha rivelato? Ce lo racconta Jan Willem Nienhuys.
6. Da dove arriva e quando è stato introdotto nel lessico il termine “omeopatia”? Un’analisi “culturomica”.
7. “Almeno non fanno male”. Davvero?
8. Andiamo a vedere là dove gli scettici hanno deciso di ricorrere a “gesti estremi”. Che cosa succede in Inghilterra?
Altri blogger
- Fantaomeopatie: nanoparticelle, teletrasporto, DNA e memoria dell’acqua – Dal blog “Il chimico impertinente”
- There’s nothing in it – Dal blog “bUFOle & Co.”
- Nina, la pinta e l’omeopatia – Dal blog Virquam