Un podcast che parla di scienza

Da qualche mese a questa parte c’è una nuova attività che occupa parte del mio (praticamente inesistente) tempo libero ed è la collaborazione con il podcast Scientificast.it.
Si tratta di un podcast che si propone di portare alle orecchie di un pubblico appassionato informazioni, news e concetti di carattere scientifico con un taglio divulgativo e il più possibile divertente.

A condurre il podcast sono Paolo Bianchi  (a.k.a. PB, dottore in chimica, blogger e tra i primi podcaster indipendenti in Italia nel 2006 con The Everyday Show) e Simone Angioni (PhD in chimica, blogger, collaboratore del CICAP). Insieme a loro una piccola squadraMarco Zambianchi (appassionato di spazio ed astronautica, co-fondatore dell’associazione ISAA (Italian Space and Astronautics Association), fondatore e speaker del podcast Astronauticast), Giuliano Greco (ricercatore nel campo della biologia marina presso il CNR di Genova)Silvia De Stefano (Laureata in Fisica, attualmente lavora come ricercatrice presso l’Istituto di Biofisica del CNR di Genova per il quale si occupa di studi riguardanti proteine umane coinvolte in malattie genetiche rare) e.. la sottoscritta!

Sinceramente, non avrei mai pensato di intervenire in un podcast, ma devo ammettere che quest’esperienza mi sta piacendo ed entusiasmando parecchio, perciò ringrazio di cuore Paolo e Simone per avermi coinvolto e dato quest’opportunità.

Quest’ultimo periodo è stato piuttosto elettrizzante dal punto di vista scientifico, in particolar modo per la fisica delle particelle: neutrini che forse vanno più veloci della luce, i primi (ancora incerti) piccoli segnali sull’esistenza del bosone di Higgs… e ovviamente a Scientificast ci siamo occupati di tutti questi argomenti!

Al bosone di Higgs abbiamo dedicato una puntata speciale monotematica, che dopo due settimane di duro lavoro è stata finalmente messa online stanotte (cliccate sulla figura!):

Se l’ascolterete, spero la troverete interessante. Abbiamo fatto del nostro meglio e perdonate eventuali sviste ed errori che possono sfuggire tra ansia, fretta, stanchezza e problemi vari.

Un’altra puntata che voglio segnalarvi è quella in cui ho intervistato la prof.ssa M.T. Muciaccia, responsabile nazionale dell’esperimento OPERA, sui neutrini superluminali. La trovate nel terzo episodio a partire dal min. 19.

Se le scienze vi piacciono, dalla chimica alla biologia, dalla fisica all’astronomia, e cercate qualcosa che vi faccia passare il tempo in modo divertente mentre guidate, fate jogging, lavate i piatti, ecc… non vi resta che scaricare tutte le puntate del podcast! Potete anche abbonarvi gratuitamente tramite iTunes, diventare fan della nostra pagina su Facebook e seguirci su Twitter.

PS: La scienza è bellissima, e ancor più bello è riuscire a trovare qualcuno che cerca, con passione, di spiegare con parole  semplici questo e altro:

Foto mysteriose? Una guida per analizzarle

Il ritorno dalle vacanze, già triste e traumatico di per sè, porta spesso anche il problema di dover rivedere e riordinare le centinaia di foto scattate. Tra queste, capita a volte di trovarne alcune “strane”, caratterizzate da luci, ombre o misteriose “presenze” che non avevamo notato in fase di scatto.  E’ lì che si insinua il dubbio di aver fotografato qualcosa di paranormale, invisibile ad occhio nudo: un fantasma? Un UFO? O c’è un’altra spiegazione?

Il mio amico Simone Angioni ha scritto una breve guida, che potete trovare qui, allo scopo di fornire alcune informazioni sui più comuni artefatti fotografici. Prossimamente uscirà anche un’altra guida sull’argomento, ancora più completa, a cura di alcuni soci CICAP.

Come potete vedere, i possibili artefatti fotografici che si possono formare durante uno scatto sono davvero molti, ma ad ognuno si può dare una spiegazione senza tirare in ballo il soprannaturale.

Avrete forse notato che alcune delle foto esemplificative inserite nella trattazione sono state scattate dalla sottoscritta, che ha tra le tante passioni anche quella della fotografia. La maggior parte delle foto strane che sono riuscita a fare, però, sono frutto più che altro del caso: non è sempre facile, infatti, ottenere certi effetti intenzionalmente!

Dalla guida sono escluse le immagini “paranormali” che si possono ottenere utilizzando software di ritocco come photoshop o le nuove applicazioni per cellulare che consentono di inserire fantasmi nelle foto (come per esempio Ghost Capture per iPhone).

Se qualcuno vi mostra una foto che ritrae un bellissimo spettro, quindi, prima di tutto assicuratevi che la foto non sia stata modificata e sia l’originale così come è stato scaricato dalla fotocamera, o rischiate di prendere granchi come è successo di recente a diversi quotidiani, che hanno considerato autentica la foto di una bambina-fantasma che era stata creata artificialmente con una applicazione per cellulare: vi rimando a questo articolo di Attivissimo per l’analisi della vicenda.

Per concludere vi mostro una foto paranormale che ho scattato quest’estate.

Guardate nel cielo: ci sono due Lune! Quale sarà quella vera? La rossa o la bianca?

Provate a dare una risposta e poi pubblicherò una seconda foto che ritrae la stessa scena un secondo dopo in cui la Luna è nuovamente, per fortuna, una sola!

Arriva la Superluna! Stupendo spettacolo o catastrofe annunciata?

Stasera Superluna!

Cos’è? Come spiegato direttamente sul sito della NASA, la ‘Superluna’ è una situazione in cui la luna è leggermente più vicina alla Terra nella sua orbita rispetto alla media e per questo motivo sembra più grande del solito. Questo effetto è più evidente quando si verifica nello stesso tempo la luna piena, come in questo caso.

E mentre qualcuno coglie l’occasione per organizzare una serata romantica, sulla rete circolano articoli in cui si prevedono scenari apocalittici causati dalla Superluna.

Ad esempio, su www.express-news.it avevano pubblicato il 9 Marzo (quindi prima che si scatenasse il terremoto in Giappone) un articolo intitolato “La prossima settimana ci sarà la Superluna, qualcuno sospetta che possa influire sul nostro pianeta” in cui si diceva:

Il mondo potrebbe essere in pericolo! La prossima settimana, il 19 marzo, la luna si troverà alla minore distanza dalla terra mai raggiunta negli ultimi 18 anni. A soli 221,567 mila miglia di distanza.Alcuni scienziati avvertono che ciò potrebbe innescare condizioni estreme in tutto il mondo, dai terremoti ai maremoti, attività vulcanica, oltre a possibili conseguenze sulla meteorologia.

Molti siti internet hanno lanciato l’allarme, forse esagerando, per l’approssimarsi di un evento catastrofico a livello mondiale.Superlune precedenti – o “perigei lunari” -si sono avute nel 1955, 1974, 1992 e 2005.  Ebbene in ognuno di questi anni sono accaduti eventi estremi.

Lo tsunami che ha ucciso centinaia di migliaia di persone in Indonesia è accaduto due settimane prima della superluna del gennaio 2005.

E il giorno di Natale del 1974,  il ciclone Tracy ha devastato Darwin, Australia.

E poi c’è stato il terremoto in Giappone: magnitudo 9, uno dei più forti terremoti nella storia del Paese. E’ stata veramente colpa della Superluna? Dovevamo aspettarci qualche catastrofe?

Come si può leggere nell’articolo pubblicato su QueryOnline “No, la superluna non ha causato il terremoto in Giappone“, traduzione dall’articolo “No, the supermoon didn’t cause the Japanese earthquake” di Phil Plait:

Nonostante quel che un mucchio di gente sta dicendo, non c’è ragione per la quale questo terremoto sia stato provocato dalla Luna.

L’idea che la Luna abbia un influsso sulla Terra non è totalmente campata in aria, ma non può essere dietro questo terremoto, e quasi certamente non avremo alcun reale, misurabile effetto su di noi il 19 marzo, quando la Luna sarà nel punto più vicino.

E’ interessante leggere i commenti all’articolo pubblicato su Express-News, quello che aveva “previsto” che sarebbe successa qualche catastrofe:

Fabrizio

10 marzo 2011 – 14:54

Questa notizia è molto poco attendibile, da piccole ricerche su internet è facile capire che il perigeo avviene ogni 4 settimane, ed è il momento del ciclo lunare in cui c’è minor distanza tra terra e luna, così come il perigeo anche l’apogeo avviene ogni 4 settimane ed è il momento in cui la distanza tra terra e luna è maggiore. Dire che due settimane prima del perigeo di gennaio 2005 (10 gennaio) c’è stato lo tsunami in Indonesia equivale a dire che questo evento si è verificato proprio nella fase di apogeo (27 dicembre 2004) ovvero durante la posizione opposta della luna rispetto al perigeo.

[…]

Sandman

11 marzo 2011 – 11:42

E infatti il terremoto in Giappone ti ha già risposto da se!

la verità

14 marzo 2011 – 12:26

Riderei molto se attorno a quella data una bella crepa sul terreno si aprisse ed inghiottisse gli scettici e coloro che pensano che con la loro misera conoscenza a livello medievale rispetto alla infinità di cose ancora a noi sconosciute si possa arrivare a comprendere tutti i segreti dell’universo, tutto questo solo per causa dell’egoismo e del farsi vanto dei propri miseri studi, nonchè della mancanza di umiltà difronte a cio’ che non si conosce a fondo , come appunto i terremoti,

è ovvio che se si vuole comprendere le cause di cio’ che non si conosce solamente mettendo insieme dati ed eventi e sperando di trovarne una correlazione diretta, non si scoprirà mai un tubo.

Non vi sono correlazioni dirette perchè l’effetto che si ha tra passaggio della luna (o super luna e/o perigeo o altri momenti topici) e manifestazione del terremoto avviente in un momento diverso , un po’ come Dio volesse prenderci ingiro con i nostri calcolini e con i nostri pc… :-) ) qui ci vuole l’intelligenza, l’umiltà, e la disponibilità a comprendere cose che non si conoscono e i cui lineamenti strutturali sono diversi da come solitamente si pensano.

Come la luna ha effetto sulle maree ha effetto anche sul MAGMA !! e quarda caso la crosta terrestre poggia proprio su di esso… quando si manifesta un’attrazione lunare o per altre coincidenze planetarie che portano ad un movimento magmatico di spostamento, se ne deriva lo schiacciamento dei poli con la conseguente dilatazione nelle zone centrali della terra , il terremoto si manifesterà in questi momenti e in quelli successivi al ritorno dalla “dilatazione” (chiamiamola così) al suo stato normale , tutto cio’ causerà il movimento delle masse tettoniche e da qui i terremoti ecc…

facile… ma rifettere no ehh ??

è come chiedere a margherita hack se esistono estraterrestri… lei ti risponderà sempre :

nooo sui libri non è scritto e se guardo le stelle non si ho mai visti passare…

le domande si fanno non ha chi ha studiato e chi sta lavorando alle solite cose da rimbambiti,

ma ai ricercatori e a coloro che hanno le pa**e per comprendere le vere ragioni delle cose, non leggendo i libri scritti da persone vecchie come l’arca di noe”’

aprite gli occhi !!! e soprattutto il cervello !

Come scrive Phil Plait:

A noi umani piace connettere gli eventi nelle nostre teste, anche se non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro. Gli scettici dicono: “La correlazione non implica la causalità”. In altre parole, solo perché due eventi accadono all’incirca nello stesso momento o nello stesso posto non vuol dire necessariamente che una abbia causato l’altra. E’ da cose come queste che nascono le superstizioni.

Un’altra bufaletta: ovunque in rete si legge che il fenomeno della Superluna “non accadeva da diciotto anni” (lo si può leggere, ad esempio, su Corriere Della Sera.it). Ma questo non è vero, il perigeo lunare nel 1993, 2005 e 2008 raggiunse una distanza ancora più piccola! Potete vederlo anche voi dai dati pubblicati su www.coelum.it nell’articolo 19 marzo: La Luna più grande dal 1992? Non è vero…:

Come si vede, il primato è detenuto dal perigeo del 4 gennaio del 1912, che ha costituito peraltro il record assoluto degli ultimi 1200 anni, con una distanza geocentrica di 356 375 km. Il perigeo del 19 marzo 2011, con 356 575 km di distanza geocentrica, è il diciottesimo in graduatoria, battuto poco più di due anni fa, seppure di misura, dal perigeo del 12 dicembre 2008.

Per fortuna sul Corriere scrivono anche:

niente paura: non ci sarà l’Apocalisse, solo uno stupendo spettacolo astronomico.

—————————————————————————–

PS: come fa notare Marco Cagnotti nel primo commento, non sarà nemmeno uno stupendo spettacolo astronomico, in quanto la differenza di dimensioni angolari rispetto alla normale luna piena sarà dell’ordine del 10 per cento: praticamente impercettibile.

Aggiornamento del 20/03/2011:

Ed ecco una foto della splendida “Superluna” di ieri sera, ad opera della mia amica Silvia Garrappa:

Aggiornamento del 21/03/2011:

Vi segnalo un imperdibile articolo, scritto da Stefano Dalla Casa e pubblicato su OggiScienza, intitolato “Non bastava il terremoto?: si tratta di una raccolta di tutte le bufale pseudoscientifiche e complottiste che circolano in rete sul terremoto in Giappone (superluna, H.A.A.R.P., l’omeopatia che servirebbe anche per contrastare e prevenire gli effetti delle radiazioni sull’organismo, le mappe taroccate…)

The 10:23 Challenge 2011

Ore 10:23, parte la sfida 2011 del “suicidio omeopatico” in più di 10 paesi (Regno Unito, Australia, Olanda, Germania, Svezia, Argentina, Francia, Finlandia, Filippine, Austria, Belgio, Portogallo, Ungheria, Spagna, Messico, Sud Africa, Brasile, Svizzera, Cile, USA, Canada, Israele, Romania, Polonia, Nuova Zelanda, Norvegia, Repubblica Ceca e Antartide) e 23 città.

Questa singolare forma di protesta mira a informare la gente su cosa ci sia davvero nei medicinali omeopatici e la risposta è data dal motto della sfida: “Homeopathy: there’s nothing in it”, ovvero: “Omeopatia, non c’è niente dentro”.

Generalmente si crede che i rimedi omeopatici siano rimedi naturali, magari fatti con erbe curative. In realtà l’omeopatia si basa su diluizioni così spinte da far sì che alla fine non ci sia più niente nel medicinale, a parte “acqua fresca”.

L’omeopatia nasce intorno agli inizi del 1800 grazie a Samuel Hahnemann, il quale credeva al principio similia similibus curantur, ovvero il simile cura il simile. Hahnemann sosteva, in pratica, che per curare una malattia o un malessere si dovesse assumere in bassissime dosi una sostanza che, generalmente, provoca nell’organismo gli stessi sintomi che si vogliono eliminare. Come dire che per curare l’insonnia bisogna assumere, con le corrette diluizioni, caffeina. Le diluizioni di Hahnemann, però, sono tali da non permettere a una qualsiasi sostanza di conservare una certa efficacia.

Nella pratica omeopatica si è infatti soliti usare diluizioni centesimali generalmente indicate con la sigla CH. Un grammo di sostanza sciolto in 100 ml di acqua rappresenta la prima diluizione centesimale ovvero 1CH; un centesimo di grammo sempre in 100 ml costituisce la 2CH e così via. E’ possibile dimostrare con un calcolo relativamente semplice che alla trentesima diluizione centesimale la concentrazione del farmaco è pari a quella che si otterrebbe sciogliendone 1 grammo in un volume di liquido pari a circa 714 milioni di miliardi di volte il volume del Sole.
Si tenga inoltre presente che per alcune specie chimiche, come il mercurio, si utilizzano soluzioni che arrivano alla 100 CH o addirittura alla 200 CH. In altre parole è possibile affermare che nei rimedi omeopatici, una volta effettuate le diluizioni, non esiste più alcuna molecola del farmaco in questione ed essi sono letteralmente indistinguibili dall’acqua pura.

Ad un congresso CICAP, il prof. Luigi Garlaschelli diluisce secondo procedimento omeopatico dell'inchiostro rosso, e con gran soddisfazione ne beve l'ultimo preparato (a sinistra nella foto)

Come dice giustamente James Randi, utilizzare un farmaco omeopatico per il mal di testa equivale a “buttare due aspirine dentro il lago Tahoe, mescolare bene con un bastone, aspettare una paio d’anni perché si dissolva bene e poi prendere un sorsino di quell’acqua”.

Detto così l’omeopatia appare in tutta la sua assurdità, eppure tutt’oggi, 200 anni dopo esser stata inventata, continua ad esser largamente utilizzata e i prodotti omeopatici sono venduti addirittura in farmacia. Questo perché, come potranno testimoniare coloro che li usano, effettivamente funzionano. E la scienza ci insegna che bisogna accettare qualsiasi fenomeno, anche se non riusciamo a spiegare come funziona o ci sembra assurdo, purché sia accertato. Questo è del tutto giusto, e i vostri amici non mentono quando vi dicono che il mal di testa gli passa davvero prendendo un medicinale omeopatico. Il problema è che non considerano l’effetto placebo.

Ad oggi, non esistono ancora sperimentazioni rigorose che consentano di affermare che l’omeopatia abbia una qualche efficacia non spiegabile con l’effetto placebo.

Perché allora dir di no all’omeopatia? Vi rimando al sito ufficiale dell’evento (in inglese), dove è spiegato chiaramente: Why You Can’t Trust Homeopathy.

In Italia, dopo lunghe discussioni in cui sono stati analizzati i pro e i contro di una iniziativa come quella del “suicidio omeopatico”, si è deciso di non aderire a tale evento mediatico: non siamo per i gesti estremi, il nostro obiettivo principale è quello di informare, perciò coglieremo l’occasione per un approfondimento sul tema con articoli che verranno pubblicati lunedì 7 febbraio sulla nostra rivista online Query e su OggiScienza. Qui e qui i rispettivi annunci.

Fonti e approfondimenti:

Dallo speciale su QueryOnline & Oggiscienza:

1. Che cos’è l’omeopatia, su quali principi si fonda e quali sono le principali critiche che la comunità scientifica le rivolge. Un po’ di storia per capire di che cosa stiamo parlando.

2. Per rispondere alla domanda principale (l’omeopatia funziona?) dobbiamo capire che cos’è e come si progetta un trial clinico. Quali sono gli strumenti che utilizzano i ricercatori per mettere alla prova i farmaci e quali sono i principali problemi a cui vanno incontro.

3. Come si è arrivati storicamente al concetto di sperimentazione clinica. Un altro po’ di storia.

4. L’omeopatia funziona? Vediamo assieme i risultati di vent’anni di studi sui rimedi omeopatici.

5. Un caso esemplare: il rapporto Donner, uno studio faranoico voluto dai nazisti per dimostrare l’efficacia dell’omeopatia. Che cosa ci ha rivelato? Ce lo racconta Jan Willem Nienhuys.

6. Da dove arriva e quando è stato introdotto nel lessico il termine “omeopatia”? Un’analisi “culturomica”.

7. “Almeno non fanno male”. Davvero?

8. Andiamo a vedere là dove gli scettici hanno deciso di ricorrere a “gesti estremi”. Che cosa succede in Inghilterra?

Altri blogger

H come Halloween, H come Harry Houdini

Sono passati 84 anni dalla morte del grande illusionista, escapologo e smascheratore di medium Harry Houdini.

La tomba di Erik Weiss (in arte Harry Houdini)

La notte di Halloween (notte in cui secondo la tradizione celtica i morti tornano sulla terra) del 1926, quando il grande mago morì, furono in molti a dire che se c’era un uomo che poteva fuggire dall’aldilà, quell’uomo era Harry Houdini, colui che in vita era riuscito a fuggire da qualsiasi nodo, paio di manette, cassa, prigione.

In punto di morte, Harry disse a sua moglie Bess:

“Se c’è un modo per tornare, io lo troverò”

Poco prima di morire, infatti, fece con lei un patto, concordando un messaggio in codice che, dall’aldilà, avrebbe usato per comunicare con lei attraverso i medium, se ciò fosse stato possibile.

Per i dieci anni successivi, ogni notte di Halloween, Bess cercò di mettersi in contatto con lo spirito di Harry, ma invano.

Molte sono le false storie diffuse sulla vita di Harry e soprattutto sulla sua morte a causa dei numerosi film che hanno romanzato e modificato la sua biografia.

Il più recente, Houdini – L’ultimo mago (regia di Gillian Armstrong, con Catherine Zeta-Jones, Guy Pearce, Timothy Spall, Saoirse Ronan), vede come protagonista un Houdini alla ricerca di un medium che fosse in grado di dirgli le ultime frasi pronunciate dalla madre prima di morire. Una seducente sensitiva (interpretata da Catherine Zeta-Jones), aiutata dalla figlia, inizialmente cerca di circuirlo per vincere la lauta ricompensa, ma dopo essersi innamorata di lui abbandona l’idea di truffarlo. Colpo di scena [ATTENZIONE: segue spoiler!]: la figlia cade in trance rivelando non solo le ultime parole della madre (parole che in realtà ha saputo dall’assistente del mago), ma predicendo anche la sua morte per mano di un “angelo dai capelli rossi”. Il giorno dopo, come previsto, Houdini muore. [FINE spoiler!]

Di vero, in questo film che non vi consiglio particolarmente, c’è solo l’ossessione di Houdini nei confronti della madre, a cui era morbosamente attaccato e che cercò a lungo di contattare tramite medium, scoprendo però ogni volta di avere di fronte solo dei ciarlatani.

Ma il film più famoso su Houdini resta lo storico Il mago Houdini (diretto da George Marshall e interpretato da Tony Curtis e Janet Leigh), che seppur divergendo in qualche punto dalla biografia del mago, rimane sempre un bel film.

Prendendo per vero quanto raccontato nel film, sono in molti a credere che Houdini sia morto eseguendo il celebre numero della Pagoda della Tortura dell’acqua, numero che invece egli eseguì ben 673 volte!

In realtà Harry morì a causa di una peritonite, aggravata probabilmente da un pugno all’addome infertogli da uno studente di boxe un paio di settimane prima. Questi, andandolo a trovare nel suo camerino, volle mettere alla prova i suoi leggendari muscoli addominali dandogli dei pugni – cosa che Houdini normalmente permetteva – ma quella volta, colto di sorpresa, non ebbe il tempo di preparasi a ricevere i colpi.

Houdini non era un semplice mago, un illusionista o un escapologo. Era qualcosa di più. Con i suoi numeri, in cui fuggiva da catene, manette e prigioni, ha dimostrato che l’uomo può essere libero, che nulla lo può immobilizzare davvero:

“Il mio cervello è la chiave che mi rende libero”

In onore dell’anniversario della sua morte abbiamo dedicato a Houdini un articolo su QueryOnline scritto da Massimo Polidoro. Lo trovate qui: http://www.queryonline.it/2010/10/31/houdini-il-mago-che-non-credeva-ai-maghi

Vi lascio con una piccola curiosità che in pochi sanno: “Houdini” si pronuncia con l’accento sulla prima sillaba e non sulla i finale come si sente in Italia!