Scienza e/è Poesia

Non nuoce al mistero il saperne qualcosa. Perché la realtà è tanto più meravigliosa di quanto artista alcuno del passato immaginasse! Perché i poeti del presente non ne parlano? Che uomini sono i poeti che parlerebbero di Giove se fosse simile a un uomo, ma se egli è un’immensa sfera ruotante di metano e di ammoniaca restano in silenzio?

(Richard Feynman, La Fisica di Feynman, vol. I-1, cap. 3-4, 1994, p. 3-9)

Il pregiudizio che le scienze siano una materia asettica, triste, studiata in bui laboratori da scienziati pazzi e asociali è duro a morire e forse è una delle cause che contribuiscono ad allontanare gli studenti dallo studiarle (avevo parlato dei problemi legati alla didattica della scienza in un post precedente).

Richard Feynman, fisico statunitense e Premio Nobel per la fisica nel 1965, spiega bene, in questo video, le ragioni per cui uno scienziato può, in realtà, ammirare doppiamente la bellezza di un fiore rispetto a un non-scienziato.

Condivido quanto detto da Feynman, compresa l’amara conclusione:

La nostra non è ancora un’era scientifica