Welcome back home! – ovvero: PhD-Trottola-Time

Ciao a tutti! Sono tornata!

Sono secoli che non scrivo su questo blog, e di questo vi chiedo perdono! Potrei scusarmi dicendo che sono stata un po’ impegnata con gli ultimi esami, la laurea, i concorsi di dottorato, il trasferimento in una nuova città, l’inizio del dottorato a Napoli… e quel po’ di forze che mi rimanevano le ho dedicate a progetti molto più grandi come quello di Scientificast, nato come podcast (il preferito dal popolo del web, come testimonia la vittoria dei MIA Awards!), cresciuto come blog e diventato anche Associazione culturale! E’ stato un periodo intenso e allo stesso tempo pieno di soddisfazioni ..

Recentemente, però, mi è tornata una gran voglia di riprendere a scrivere su questo blog, di raccontarvi della mia vita di dottoranda.
Ecco, sento già nella testa l’eco dei lamenti dei miei amici che leggendo quest’ultima frase esclamano: “CHEPPPALLLEEEEE..” e magari hanno pure ragione. La vita di una dottoranda può essere monotona e ripetitiva. Ma gli ultimi due mesi sono stati tutto tranne che questo, tant’è che più che “dottoranda” mi sarei definita “trottola”.

Ho sempre dichiarato fermamente che, data la mia passione per i viaggi, mi sarebbe piaciuto fare un lavoro che mi consentisse di viaggiare tanto.. Eccomi accontentata!
Questa è la prima volta, da fine luglio, che dormo nel mio letto per 7 giorni di fila…

Il 31 luglio, infatti, ho salutato il laboratorio per tornare a casa e godermi una settimana di vacanze. Siccome però era l’unica settimana a mia disposizione in quei giorni ho fatto: Bari – Maglie (LE) – Roseto Capo Spulico (CS) – Bari. Disfa il borsone con telo mare e costume, prepara il valigione con giacca a vento e maglioni e si vola verso Edimburgo (con scalo di una notte a Roma), destinazione finale St. Andrews, piovosa piccola cittadina della Scozia in cui il principe William ha conosciuto la sua Kate, e dove proprio nelle due settimane centrali di agosto (SGRUNT!) era stata organizzata una Summer School sui Neutrini. Così per due settimane sono stata costretta a seguire corsi dalla mattina alla sera, con la sciarpa di lana addosso, mentre su fb pubblicavate le vostre belle foto delle grigliate in spiaggia (no, non vi volevo bene in quei momenti!). In compenso ho scoperto che i ragazzi in kilt sono veramente sexy.

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Finita la scuola sono rientrata a Napoli, il giorno dopo ho fatto un salto a Bari per depositare valigione da 24kg con i maglioni e prendere la valigia dimensioni Ryanair in previsione dei viaggi successivi. Un salutino in Calabria alle cuginette prima che ripartissero e poi di nuovo a Napoli. E’ l’ultima settimana di Agosto e quasi tutti i miei colleghi sono già tornati a lavoro.valigia-di-cartone

1 Settembre: si parte alla volta di Capri (“finalmente una meta estiva! Finalmente sole e mare!”, speravo), per il Meeting di Collaborazione dell’esperimento in cui lavoro. Previsioni del tempo: grandine, temporale, diluvio universale. Arriviamo a Capri sotto una pioggerellina leggera, l’ideale per scaricare computer fissi e attrezzature varie e trascinarle a piedi per le viuzze in salita di Anacapri! Per fortuna per il resto della settimana il tempo è stato quasi sempre bello, consentendoci qualche bagno tra una sessione e l’altra del meeting.

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Non faccio in tempo a tornare a Napoli, il sabato pomeriggio, e a rifare la valigia che la domenica all’alba devo già ripartire. Destinazione: La Morra, provincia di Cuneo. Un viaggio lunghissimo per arrivare nelle terre del Barolo, dove ho deciso di seguire una scuola sulla comunicazione della scienza. E’ un’altra settimana intensissima, ma felice. Relatori che mi riempiono la testa di spunti, idee ed entusiasmo, compagni di classe simpaticissimi che provengono da realtà tanto diverse. La voglia di cambiare il mondo della divulgazione.

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Il venerdì riparto un po’ a malincuore. Rientro a Bari per il weekend, il lunedì rieccomi a Napoli.

Seguono giorni intensissimi di lavoro perché il lunedì successivo è già ora di ripartire alla volta di Ginevra, di cui però non vedo nulla. La nostra meta è infatti il CERN e da lì non usciremo mai. Arrivare per la prima volta al CERN per un fisico è una grande emozione, anche se dal finestrino dell’auto non si vede niente di che, ma senti il cuore che batte e sei lì col naso schiacciato sul finestrino come se ti stessero portando nel paese dei balocchi. Ovunque ti volti vedi giovani di nazionalità diverse che fanno gruppetto e chiacchierano generalmente di fisica. Dopo mezza giornata ti sembra tutto piuttosto normale.
Nei giorni passati al CERN ho visto solo: il piccolo ufficio di OPERA dove abbiamo lavorato giorno e notte, la mensa tre volte al dì, la stanza dell’ostello (poco, mediamente 5 ore a notte), un capannone adibito a sala conferenze.

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Giovedì, nel tardo pomeriggio, io e Annarita, l’altra dottoranda del gruppo, con la quale ho condiviso tutti i viaggi precedentemente descritti tranne uno, siamo ripartite perché il giorno dopo all’ora di pranzo dovevamo essere a Pisa, per il 100° Congresso Nazionale della SIF (Società di Fisica Italiana). Perciò: treno per Milano, arrivo a Milano alle 22.30, notte in un hotel accanto alla stazione e di nuovo treno da Milano a Pisa alle 8 della mattina seguente. La stanchezza, una volta giunte a Milano, iniziava a farsi sentire, come quando, entrata nell’hotel, ho detto al receptionist: “Buonasera, abbiamo una presentazion… ehm prenotazione”…

Pisa è un sacco bella. Nel pomeriggio abbiamo tenuto i nostri brevi talk di fronte a una platea di ben 13 persone, dopo di che siamo corse a vedere la torre pendente, finalmente libere, con la certezza di essere sopravvissute al tour de force. Infine, visto che non ero affatto stanca, prima di rientrare a Napoli ho pensato di fare un giro a Firenze.

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Sono passati 7 giorni dal mio rientro stabile a Napoli, e ancora quando la mattina suona la sveglia ci metto un po’ a far mente locale su dove mi trovo.  Ma siamo gggiovini… se non ci lamentiamo adesso …