H come Halloween, H come Harry Houdini

Sono passati 84 anni dalla morte del grande illusionista, escapologo e smascheratore di medium Harry Houdini.

La tomba di Erik Weiss (in arte Harry Houdini)

La notte di Halloween (notte in cui secondo la tradizione celtica i morti tornano sulla terra) del 1926, quando il grande mago morì, furono in molti a dire che se c’era un uomo che poteva fuggire dall’aldilà, quell’uomo era Harry Houdini, colui che in vita era riuscito a fuggire da qualsiasi nodo, paio di manette, cassa, prigione.

In punto di morte, Harry disse a sua moglie Bess:

“Se c’è un modo per tornare, io lo troverò”

Poco prima di morire, infatti, fece con lei un patto, concordando un messaggio in codice che, dall’aldilà, avrebbe usato per comunicare con lei attraverso i medium, se ciò fosse stato possibile.

Per i dieci anni successivi, ogni notte di Halloween, Bess cercò di mettersi in contatto con lo spirito di Harry, ma invano.

Molte sono le false storie diffuse sulla vita di Harry e soprattutto sulla sua morte a causa dei numerosi film che hanno romanzato e modificato la sua biografia.

Il più recente, Houdini – L’ultimo mago (regia di Gillian Armstrong, con Catherine Zeta-Jones, Guy Pearce, Timothy Spall, Saoirse Ronan), vede come protagonista un Houdini alla ricerca di un medium che fosse in grado di dirgli le ultime frasi pronunciate dalla madre prima di morire. Una seducente sensitiva (interpretata da Catherine Zeta-Jones), aiutata dalla figlia, inizialmente cerca di circuirlo per vincere la lauta ricompensa, ma dopo essersi innamorata di lui abbandona l’idea di truffarlo. Colpo di scena [ATTENZIONE: segue spoiler!]: la figlia cade in trance rivelando non solo le ultime parole della madre (parole che in realtà ha saputo dall’assistente del mago), ma predicendo anche la sua morte per mano di un “angelo dai capelli rossi”. Il giorno dopo, come previsto, Houdini muore. [FINE spoiler!]

Di vero, in questo film che non vi consiglio particolarmente, c’è solo l’ossessione di Houdini nei confronti della madre, a cui era morbosamente attaccato e che cercò a lungo di contattare tramite medium, scoprendo però ogni volta di avere di fronte solo dei ciarlatani.

Ma il film più famoso su Houdini resta lo storico Il mago Houdini (diretto da George Marshall e interpretato da Tony Curtis e Janet Leigh), che seppur divergendo in qualche punto dalla biografia del mago, rimane sempre un bel film.

Prendendo per vero quanto raccontato nel film, sono in molti a credere che Houdini sia morto eseguendo il celebre numero della Pagoda della Tortura dell’acqua, numero che invece egli eseguì ben 673 volte!

In realtà Harry morì a causa di una peritonite, aggravata probabilmente da un pugno all’addome infertogli da uno studente di boxe un paio di settimane prima. Questi, andandolo a trovare nel suo camerino, volle mettere alla prova i suoi leggendari muscoli addominali dandogli dei pugni – cosa che Houdini normalmente permetteva – ma quella volta, colto di sorpresa, non ebbe il tempo di preparasi a ricevere i colpi.

Houdini non era un semplice mago, un illusionista o un escapologo. Era qualcosa di più. Con i suoi numeri, in cui fuggiva da catene, manette e prigioni, ha dimostrato che l’uomo può essere libero, che nulla lo può immobilizzare davvero:

“Il mio cervello è la chiave che mi rende libero”

In onore dell’anniversario della sua morte abbiamo dedicato a Houdini un articolo su QueryOnline scritto da Massimo Polidoro. Lo trovate qui: http://www.queryonline.it/2010/10/31/houdini-il-mago-che-non-credeva-ai-maghi

Vi lascio con una piccola curiosità che in pochi sanno: “Houdini” si pronuncia con l’accento sulla prima sillaba e non sulla i finale come si sente in Italia!