“Il complotto di Frankenstein”, una recensione



Max Keller
La Squadra dell’Impossibile – Il complotto di Frankenstein
Piemme edizioni – Collana Il battello a vapore, 2010
pp. 352 , Euro 17,50



Leggere un libro scritto da qualcuno che si conosce personalmente è sempre un’esperienza diversa, soprattutto quando si tratta di un romanzo.

Quando ho iniziato a leggere Il complotto di Frankenstein, mi sono imposta di leggerlo e giudicarlo senza troppo lasciarmi influenzare dal fatto di sapere chi fosse il Massimo Polidoro protagonista degli strani eventi raccontati nella prefazione.

Non so se ci sono riuscita, perché, inevitabilmente, va a finire che si cerca di trovare, tra le righe, qualche episodio o riferimento che ci conduca a ciò che sappiamo della vita reale dell’autore, alle sue esperienze o alle sue passioni, ai libri precedenti (per esempio si nota subito l’assonanza Van-Heller/Keller) e così via.

A parte questo, però, credo di poter esprimere un giudizio imparziale sul contenuto del libro.

Il complotto di Frankenstein viene presentato come un libro per bambini a partire dai 9 anni, ragion per cui l’ho comprato più che altro per curiosità, e non perché credevo di trovare una storia che fosse avvincente anche per un adulto. Tuttavia, fin dalle primissime pagine, mi sono dovuta ricredere, perché mi sono ritrovata immersa in una lettura avvincente, difficile da interrompere, e che il libro fosse per bambini l’ho completamente scordato fino a quando non l’ho chiuso e l’ho visto scritto sulla copertina.
A tutti gli adulti, quindi, consiglio di non farsi ingannare dall’età consigliata, e di godersi la piacevolissima lettura, lasciandosi trasportare in una Londra misteriosa dominata da strani e inquietanti avvenimenti.

La storia ha inizio con l’arrivo di una misteriosa lettera scritta in tempi remoti e fatta giungere per mezzo di un notaio circa un secolo dopo essere stata scritta. L’inizio del romanzo è oggetto del seguente booktrailer:

Di lì in poi è tutto un susseguirsi di eventi al limite tra realtà e fantasia. Non intendo raccontarvi la trama, togliendovi il gusto di scoprirla pagina dopo pagina, ma se proprio volete qualche dettaglio in più, potete trovarlo sul sito http://www.massimopolidoro.com/i-libri/la-squadra-dellimpossibile o leggere la recensione pubblicata su QueryOnline.

Le pagine scorrono una dopo l’altra con ritmo serrato. Complici anche i disegni (le belle illustrazioni sono di Alfio Buscaglia), è facile immaginare luoghi e personaggi in modo vivido e sentirsi ancora più coinvolti nell’indagine che ha come protagonisti i giovani Omero, Amelia, Blacky, Rusty e gli altri ragazzi di strada.

Un bambino di 9 anni che legga il libro, probabilmente, arrivato a metà del romanzo, si sarà ormai convinto di star leggendo una storia irreale e impossibile, ambientata nella fantasia come tante altre fiabe e racconti. Poco alla volta, però, si scopre che dietro ogni avvenimento apparentemente soprannaturale c’è una spiegazione perfettamente razionale, e proseguire la lettura diventa una sorta di sfida: capire, attraverso la ragione e l’intuito, la spiegazione più logica che si cela dietro eventi che a prima vista sembravano inspiegabili.

Non bisogna tuttavia credere che questo sia l’ennesimo libro rovina-sogni che mette il piccolo lettore davanti all’amara verità che la magia non esiste, rovinando la sua infanzia dominata da sogni fantastici: non è così.

L’avventura della conoscenza, lo scoprire che l’impossibile può essere possibile se visto in un’ottica diversa, lo scioglimento di un mistero, che grazie all’indagine di quattro ragazzini non sarà più tale, è molto eccitante, stimola la curiosità, aiuta a crescere e stuzzica la fantasia, alla ricerca di brillanti deduzioni che portino sulla strada giusta verso la soluzione.

Terminato il libro vi sentirete appagati perché tutto ha acquistato un senso e ogni tassello della storia (o quasi) è andato al proprio posto, ma l’avventura non finisce qui: alcuni misteri attendono ancora di essere esaminati dai giovani investigatori e per farlo bisognerà attendere il secondo romanzo della collana, un’attesa impaziente che può essere alleggerita da una visita al sito www.squadradellimpossibile.it, dove vari interessanti approfondimenti attendono i lettori più curiosi. Se desiderate anche voi unirvi alla squadra dell’impossibile, non potete non tentare di accedere agli archivi segreti e ai “lost chapters“, ovvero i capitoli inediti.

Se non vi siete ancora procurati una copia del romanzo, nell’attesa di recarvi in libreria o di approfittare dell’offerta natalizia su Prometeo, potete leggere qui le prime 40 pagine.

Buona lettura!

5 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. Luca Menichelli
    Dic 06, 2010 @ 22:29:00

    Come ho detto direttamente a Massimo il libro me lo ha scippato mia figlia ed ha detto che è il secondo libro preferito, dopo Il Mastino dei Baskerville.
    La cosa ha lusingato Massimo che è stato definito secondo solo a Conan Doyle, e noi sappiamo cosa rappresenta per il Polidoro il padre di Sherlock Holmes.

    E a proposito di Conan Doyle… ottimo articolo su Query Giuly…

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    • supergiuggiola
      Dic 07, 2010 @ 16:31:31

      Quanti anni ha tua figlia? Io lo presterò ai miei cuginetti di 9 e 10 anni: sono curiosa di vedere con che spirito lo leggono e sapere che ne pensano! 🙂

      PS: sono contenta che il mio ultimo articolo su Query ti sia piaciuto!

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  2. Luca Menichelli
    Dic 08, 2010 @ 10:10:41

    Si l’articlo mi è piaciuto molto. La vicenda delle fate mi ha sconvolto dalla prima volta che ne ho sentito parlare. Mi ha fatto cadere il mito di Conan Doyle che credevo fosse l’esempio umano della razionalità… Poi Houdini me lo ha distrutto definitivamente.

    Per essere sincero invece ti dico che non mi è piaciuto altrettanto quello che hai scritto sul progetto alfa. Non so ma mi sembrava troppo simile ad altri , anche se comunque è ottimo come del resto tutti i tuoi interventi. Semplicemente questo mi piace di più.. naturalmente sono opinioni personali non è che io sia il superesperto in recensioni di articoli…

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    • supergiuggiola
      Dic 08, 2010 @ 11:16:23

      Io non sono una grande fan di Conan Doyle (il mio mito è sempre stato Houdini!), ma la storia delle fate di Cottingley l’ho sempre trovata molto interessante proprio per via di tutta la psicologia e ingenuità che c’è dietro. Il comportamento di Doyle, così diverso da quello che ci si aspetterebbe conoscendo l’estrema razionalità di Holmes è affascinante.

      Per quanto riguarda l’articolo sul progetto Alpha a volte è inevitabile che gli articoli si assomiglino, soprattutto quando si tratta di classici famosi e ben noti: i fatti bene o male sono quelli, e aver letto e riletto tante volte tutto quello che è stato scritto su quella storia a volte fa sì che, anche inconsciamente, rimangano impresse nella mente alcune espressioni o modi di raccontare un episodio. Non sai quante volte mi capita di scrivere delle frasi per poi accorgermi che sono tali e quali a quelle scritte sulle fonti da cui mi sto documentando!! Ovviamente quando me ne accorgo cancello tutto e ricomincio..
      Vedremo se il prossimo articolo ti piacerà! Ho scelto un argomento un po’ meno noto.. ma non voglio anticipare niente!

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  3. Luca Menichelli
    Dic 08, 2010 @ 18:25:49

    È un problema di tutti, non sai quante pagine ho buttato dopo averle scritte. In forndo le letetre dell’alfabeto sono 21 è normale che si somiglino le cose.
    Aspetto il prossimo…

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